lunedì 29 ottobre 2012
domenica 28 ottobre 2012
Extremadura
La ‘provincia’ dell’Extremadura è forse la regione meno conosciuta di Spagna, non possiede gli splendidi palazzi dell’Andalucia sebbene sia stata investita dalla dominazione araba, non ha sbocchi sul mare, quindi non ha spiagge, come quelle rinomate di Cataluña e Valencia. Anche se le montagne costituiscono una superficie elevata del territorio, l’Extremadura non ha le catene montuose per cui la Spagna è rinomata, come la Navarra o la Cantabria, e non ha luoghi di culto come la Galizia.
Il nome della regione deriva proprio dalle condizioni estreme di
vita che gli abitanti dovevano sopportare poiché la terra, lavorata con metodi
arcaici, non era molto produttiva. Nonostante tutto, l’acqua è abbondante e il
clima non troppo umido, non troppo caldo in estate e neanche troppo rigido in
inverno.
Un quadro così poco allettante non può suscitare troppa curiosità
per iniziare la scoperta della regione, ma l’Extremadura ha note pregevoli che
vanno cercate nelle pieghe della storia, in tanti angoli che questa terra
custodisce gelosamente.
Una piccola descrizione…
Geograficamente l’Extremadura si trova ad ovest rispetto al centro
della Spagna, identificato con Madrid; la zona che delimita il confine a ovest
è anche la frontiera nazionale con il Portogallo e durante il regime di
Francisco Franco (1939-1975) viveva soprattutto di contrabbando.
La linea di confine a est mette a contatto l’Extremadura con la
regione di Castilla La Mancha, questa zona di confine è costituita da altopiani
identificati come la ‘Siberia extremeña’ per via della bassissima densità di
popolazione e gli immensi spazi poco abitati. Il confine a sud, sud-est,
tramite la Sierra Morena (famosa per le avventure di Don
Quixote), separa l’Extremadura dall’Andalucia.
Il territorio Extremeño (dell’Extremadura) è morfologicamente
caratterizzato da 5 dolci valli che scendono da nord e convergono vicino
Plasencia. Ne segue una zona a dolci colline fino a Cáceres e più a sud si apre
in una pianura fertile, dove viene coltivata l’uva che produce alcuni tra i
vini più buoni di Spagna.
La coltura della vite è un’eredità dell’Impero romano che in
Extremadura aveva una delle città più sviluppate dopo Roma: Emerita Augusta;
oggi è Mérida, museo a cielo aperto che conserva la maggior parte di resti della
dominazione di Roma di tutta la Spagna.
L’agricoltura moderna ha favorito lo svilupparsi delle colture e
le produzioni agricole hanno subito uno stimolo soprattutto sotto la dittatura
del Generale Franco. Una delle leggi varate dal governo prevedeva per
l’Extremadura, regione in gran parte disabitata, degli incentivi statali per
avviare produzioni agricole, erano regalati appezzamenti di terreno a chiunque
vi si stabilisse, proprio con l’intenzione di far diventare questa regione il
‘granaio di Spagna’.
In piena zona di vini c’è Zafra, definita ‘Sevilla la chica’ per
la somiglianza, in piccolo, al capoluogo dell’Andalucia. La ricchezza di chiese
e campanili e diversi palazzi storici che adornano il piccolo centro sembrano
essere stati trapiantati direttamente dalla vicina regione, ben più famosa per
questo tipo di architettura.
In tutta la ‘comarca’ ci sono un' infinità di paesi nascosti che
vale la pena di scoprire, Jerez de los Caballeros sul confine con il
Portogallo, Valencia de Alcantara città patrimonio dell’umanità vicino Cáceres,
la sierra de Gata con diversi paesi caratteristici, la Alberca ai piedi della sierra de Francia, il
monastero di Guadalupe ai margini della Siberia Extremeña o anche la zona ‘de La Vera’ con il monastero dove Carlo V
trascorse gli ultimi anni di vita.
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