Teruel era una meta che già da diverso tempo avevo in cima ai "luoghi da visitare" in Spagna, proprio per questo particolare stile architettonico. Arrivato a Teruel, però, ho scoperto molto di più.
Teruel è la seconda città aragonese per dimensioni ed è situata all'estremo sud della regione.
Da qualche parte ho letto che questa piccola città non ha seguito il resto di Spagna nello sviluppo post dittatura, ma ora si sta svegliando accingendosi a diventare un centro molto attivo sia come cittadina piena di vita, ma anche dal punto di vista culturale.
Teruel è considerata la città "Mudejar" per eccellenza tanto che nel 1986 gli è stato conferito il riconoscimento da parte dell'UNESCO come patrimonio mondiale dell'umanità.
Il particolare stile che ne uscì fuori, qui a Teruel, si manifesta soprattutto in cinque torri che caratterizzano il profilo della città, una cattedrale per certi versi unica ed alcune opere idriche rilevanti arrivate fino ai giorni nostri.
Questa convivenza tra cristiani e musulmani già dall'antichità, ma anche in tempi moderni, ha riconosciuto all'Aragona una fama meritata di regione molto tollerante. L'ultima moschea venne chiusa, per mano dell'Inquisizione, diversi anni dopo che la Spagna era tornata violentemente cattolica.
La massima espressione si ha nelle 5 torri che spiccano su tutto, 4 di queste sono i campanili di altrettante chiese e, generalmente, le torri vengono attraversate da una strada.
La loro decorazione inconfondibile le rende estremamente visibili da ogni angolo della città. Il colpo d'occhio è molto affascinante ed entrare al dentro delle tecniche di costruzione rende reale il contatto con una cultura, ahimè, ormai estinta.

Questa leggenda riguarda una bella fanciulla da dare in sposa al migliore artigiano della città; la sfida riguardava la costruzione della torre più bella. Alla fine la torre di San Martin era leggermente inclinata, infatti alla base sono stati posti dei rinforzi per evitarne il crollo, e la fanciulla venne data in sposa all'artigiano che costruì la torre del Salvador.
Questa leggenda di due innamorati non è famosa come altre con più tragici destini (se escludiamo la tragedia di essere data in sposa ad un artigiano solo per la sua arte, ma pare che la fanciulla fosse interessata ai due in egual maniera). Ci sarebbe la storia d'amore tra Tristano e Isotta, tra Romeo e Giulietta… e tra Isabel de Segura e Juan Martinez de Marcilla, conosciuti come "Gli amanti di Teruel".
Anche qui trova posto una leggenda che parla dei due innamorati, lui di umili origini e lei ricca e bellissima.
Vista l'impossibilità di unire due persone di rango tanto diverso, Juan Martinez si arruolò nell'esercito in cerca di fortuna. Al suo ritorno, poco dopo lo scadere dell'ultimatum, Isabel, credendolo morto e cedendo alle insistenze del padre, si era sposata con un altro uomo. Al ritorno Juan Martinez, con una posizione acquisita e del denaro guadagnato, si scontrò con la nuova realtà e morì di dolore. Al funerale di Juan Martìnez, una donna con il volto coperto da un velo si avvicinò al corpo esanime; era Isabel che lo baciò e morì abbracciata al suo amante.
La leggenda è supportata da due corpi mummificati ritrovati sepolti nel 1555 ed il presunto ritrovamento di un documento che racconterebbe la storia.
A Teruel è stato creato un vero e proprio mausoleo dei due amanti dove viene narrata la storia mediante testi ed opere famose a riguardo. Il clou del museo è la cappella dove i sarcofagi in alabastro custodiscono le spoglie di Isabel e Juan. La particolarità dei sarcofagi sono le mani dei due amanti che sporgono a volersi toccare, ma che non arrivano a tanto "La fredda serenità degli amanti, le cui mani non arrivano a unirsi, è simbolo di un amore che travalica i concetti umani".
La cosa più interessante del museo, a mio avviso, è il breve video introduttivo che, spiegando la storia dei due amanti, mette in evidenza le varie tappe che Teruel ha attraversato dal passato fino ai giorni nostri, il tutto supportato da immagini e filmati d'epoca.
Insieme al museo è possibile visitare l'adiacente Iglesia de San Pedro, altra testimonianza dell'arte Mudejar e con un'unica navata decorata con affreschi, colori e dipinti che rendono l'insieme molto d'effetto.
Un'altra testimonianza notevole dell'arte Mudejar a Teruel è la cattedrale di Santa Maria di Mediavilla.
A caratterizzarla, oltre la consueta torre, anche una cupola molto elaborata in tipico stile Mudejar ed un soffitto a cassettoni originale.
Il particolare soffitto è chiamato "techumbre" ed è considerato la "cappella Sistina dell'arte Mudejar".
Non mi sembra un accostamento azzardato proprio per il fatto che non si paragona la portata artistica dell'opera se non il fatto che il soffitto rappresenti, con i sui disegni e le sue decorazioni, uno spaccato della società e della cultura dell'epoca.

Non mancano piccole rivincite che gli artigiani mussulmani si son presi contro una religione diversa dalla loro.
La Cattedrale, le torri di San Martìn e del Salvador e la torre e la chiesa di San Pedro sono valse per Teruel il riconoscimento di partimonio mondiale dell'umanità.
La parte storica della città si sviluppa intorno alla piazza cuneiforme "del Toril". La piazza prende il nome dal piccolo toro issato sulla colonna che domina la piazza.
Tutto il centro è costantemente frequento, almeno nelle ore classiche "del passeggio", da una moltitudine di persone che affollano i numerosi locali intrattenendosi, bevendo e mangiando tapas; vero must per ogni locale della zona.
Ho già parlato delle notti di baldoria che si concludono solo all'alba ("Una notte alla Fonda") e della miriade di persone che vi partecipa. Gente adulta e molto giovane. Coppie e gruppi di amici compongono una folla chiassosa senza diventare mai molesta. Ricordo alle 7 di mattina un signore sotto la mia finestra che, chiaramente ubriaco, faceva le più svariate domande al suo gruppo di amici e non mancava di rispondersi "OOOKKEYYYYYY"!!! La scena è durata almeno mezz'ora non mancando di suscitare l'ilarità mia e dei suoi amici.
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