venerdì 12 dicembre 2014

Spagna - Gitano Sedentario: Verso Santiago

Spagna - Gitano Sedentario: Verso Santiago: In realtà il mio viaggio é stato molto semplice. Il semplice andare a piedi per strade poco comuni a molti, ma così familiari al pelleg...

lunedì 8 settembre 2014

domenica 7 settembre 2014

Inizia il Cammino


Spagna - Gitano Sedentario: Il Mio Cammino a Santiago: 27 maggio 2014 Cammino di Santiago, un duro risveglio.    Oggi è stato un duro risveglio. Ieri pomeriggio, ragionando su possibili...

sabato 23 agosto 2014

Che posso raccontare?!


Ancora non ho capito cosa e come posso raccontare questa storia, ma ora ho tempo, ho molto tempo a disposizione per farlo...


















...a presto...

martedì 15 luglio 2014

Dieci giorni, la distanza dalla meta...

Mancano ancora dieci giorni. Questa è la distanza, il tempo che mi separa dalla partenza.
La distanza che mi separa dal realizzare un sogno che dura da anni, riuscire a rendere vero e tangibile qualcosa che ho sempre e solo immaginato. Un sogno, appunto.
Voglio almeno provarci, non è detto che arrivi in fondo. Sarà difficile stare tutto questo tempo lontano da casa, ma spero che il cammino mi regali qualcosa che giustifichi tale rinuncia.
Ma cosa aspettarsi? niente. Non voglio aspettarmi niente!
Parto convinto di inseguire i passi di milioni di pellegrini su una strada logora da millenni di fatiche, magari troverò solo un cammino moderno e dovrò, con urgenza, cercare altri significati. Tutti i cammini sono un compromesso tra fatica e cuore. E forse, per una volta, conviene lasciare il cervello a casa.


martedì 1 luglio 2014

Sono veramente sul Cammino???

01/07/2014

Ma… sono veramente sul Cammino??? Domanda legittima visto che a meno di un mese dalla partenza non sento la minima tensione, la minima "paura".
Lo so, mi conosco. La vigilia di ogni viaggio è sempre stata accompagnata da quel misto di eccitazione che "solo noi drogati di partenze riusciamo a comprendere".
Questa volta è diverso e, forse anche per questo, ci vado cauto. Dico a tutti che non è detto che parta, non è detto che questo viaggio lo farò davvero.
Incontro amici durante le mie corse o camminate quotidiane che mi chiedono "Ti prepari per il Viaggio?!" "Ci provo" rispondo io. Forse perché non sento ciò che dovrei sentire…
Sono molto tranquillo e questo mi disorienta…



martedì 24 giugno 2014

E se questo fosse il mio itinerario???


1 Gubbio Bordeaux-Bayonne-St-Jean-Pied-de-Port
Giorni       km h
2 Saint jean pied-de-port   Roncisvalle 25,7 8
3 Roncisvalle   Larrasoana 27 7
4 Larrasoana   Pamplona 15 4
5 Pamplona   Ciraqui 31 8
6 Ciraqui   Estella 16 4
7 Estella   Torres del Rio 29 7,5
8 Torres del Rio Logrono Navarrete 29 9
9 Navarrete Najera Azofra 24 7
10 Azofra S.to Domingo de la Calzada Granon 22 6,5
11 Granon   Villambista 23 6
12 Villambista San Juan de Ortega Atapuerca (sito preistorico) 23,5 7
13 Atapuerca Burgos Tardajos 32,5 11
14 Tardajos   Castrojeriz 30,5 7,5
15 Castrojeriz Fromista Villarmentero 34 9,5
16 Villarmentero Villarcazar de Sirga Calzadilla de la Cueza 29 8,5
17 Calzadilla de la Cueza   Sahagun 22,5 6
18 Sahagun Calzada Romana (da Calzada del Cotoa Reliegos Reliegos 31 8,5
19 Reliegos   Leòn 25 6
20 Leon-Oviedo   Oviedo    
21 Oviedo-Leon   Villar de Mazarife 21,5 5,5
22 Villar de Mazarife   Astorga 31 8
23 Astorga   Foncebadòn 26 7
24 Foncebadòn   Ponferrada 27,2 6
25 Ponferrada-las Medulas-Ponferrada Cacabelos 16 8
26 Cacabelos   La Faba 33 8
27 La Faba O Cebreiro FonFrìa 18 6,5
28 FonFrìa Monastero Samos Sarria 34 9
29 Sarria   Portomarìn 22,5 5,5
30 Portomarìn   Melide 40,3 10
31 Melide   Pedrouzo 33 8
32 Pedrouzo   Santiago de Compostela 20 5
33 Santiago de Compostela   792,2  
34 Santiago   Negreira 23  
35 Negreira   Olveiroa 31  
36 Olveiroa   Finisterra 37  
883,2

lunedì 9 giugno 2014

Perché?

9 giugno



Quando una persona “normale” decide di partire per un “viaggio” del genere deve anche chiedersi perché si appresta a partire.
Il Cammino di Santiago è un vero e proprio cammino. Si dice che cominci appena usciti di casa, per me, più “semplicemente”, si inizia il proprio cammino quando ci si incomincia a porre delle domande. Domande diverse da persona a persona e che hanno come comun denominatore: se stessi. E qualche volta va a finire che queste domande ti spingano fino a Santiago.
Mi scuso per i tanti virgolettati, ma mi accorgo ogni giorno che un cammino non ha un senso oggettivo; tutto è rapportato alle premesse ed alla condizione mentale di ognuno nel momento in cui sceglie di partire.

Perché sono partito dunque? Ho sempre pensato che avrei fatto il Cammino per motivi turistici, perché conosco relativamente poco questa regione di Spagna (queste regioni) e che mi sarebbe piaciuto visitarle con calma sfruttando l’opportunità del cammino.
C’è sempre un altro motivo, credo. Per alcuni sarà quello religioso, per altri quello spirituale, per altri sarà una sfida con se stessi o un voto da espiare.
Per me il Cammino è un po’ tutto. Non sono abbastanza religioso da dare un motivo tanto “pesante” ai miei passi, non ne ho le conoscenze. Non sono neanche un semplice turista che vuol scoprire e sentirsi viaggiatore. Non cerco a tutti i costi una sfida con me stesso, ho scelto solo un ritmo…Io rientro in quasi tutte le categorie, ma forse in una in particolare: io rientro nella categoria di chi intraprende il cammino per motivi spirituali.
Ebbene sì, vado alla ricerca di Dio e sono sicuro che, in qualunque modo o forma si presenti, saprò riconoscerlo e affrontarlo. Ambizioso?!
No! Io non vado alla ricerca del Dio che sta in quella regione, spesso azzurra, che incorona le montagne, i campanili, le chiese o le case. Cerco quel Dio che sta nelle teste della gente. Cerco quel Dio che per mille anni ha spinto migliaia di devoti sulle strade di Santiago e nei loro sguardi, nei loro gesti, nei loro ricordi. Voglio cercare Dio sul mio Cammino, voglio mettere i miei piedi negli stessi solchi di chi porta un Dio con sé.

In definitiva cerco il Dio che sta in ognuno di noi, lo stesso Dio che ci obbliga ad essere migliori nei rapporti con gli altri. Quel Dio che ci chiede un’autocritica costante, quel Dio che ci abbraccia quando abbiamo bisogno e che molto spesso ci vede voltati altrove.

martedì 3 giugno 2014

Il MIO Cammino e il Cammino degli altri.

4 giugno 2014



Ho affrontato tutti gli impedimenti, risolvendoli nel miglior modo che mi è stato concesso. Ho dovuto patteggiare. Ora devo risolverne solo uno poi sarò certo di partire.
Ma non sono sereno… Ho sempre pensato che chi affrontava questo cammino fosse una persona "superiore", certamente da ammirare… quasi un supereroe.
Ora, per poterlo affrontare io, devo ridimensionare il tutto. Credere che il Cammino sia alla portata di tutti e, quindi, anche alla mia. Serve coraggio? Serve determinazione? Bene, posso provarci… Ma se il Cammino non è alla portata di tutti io NON posso affrontarlo.
Inoltre DEVO FARLO PER ME. Cosa non del tutto scontata.

Poi inizierà l'analisi dei "motivi" che mi porteranno sulla strada….

martedì 27 maggio 2014

Organizzare il Mio Cammino.

Non ho ancora certezze riguardo la partenza. Come succede ormai da diversi anni vorrei essere in cammino il giorno del mio compleanno, ma ancora tutto resta un sogno.

E, insieme al sogno, inizia la frenesia della preparazione, dell'organizzazione dei trasferimenti e della gestione del costo, ma, soprattutto, dello ZAINO. Cosa metto nello zaino?
Devo mantenere il fardello leggero e funzionale, organizzare gli spazi e la "distribuzione" all'interno per non essere costretto a rifarlo ogni giorno… Lo zaino sarà la mia casa per più di un mese.
Sono già lanciato alle fasi successive della preparazione. Calma, ci vuole calma.
Inizio con il capire COSA portare con me fino a Santiago, abbigliamento e tutto quanto mi sarà utile in viaggio.La parola d'ordine che trovo scritta un po' ovunque è "ELIMINARE IL SUPERFLUO". Non sono un tipo che viaggia carico, ma, da una prima lista di spunta, tutto mi sembra indispensabile.
Un esempio: torcia potente o torcia non troppo forte? Una mi può servire per camminare in condizioni di poca visibilità, ma l'altra può essere utile per preparare il bagaglio quando, di mattina presto, gli altri dormono (spero di riuscire sempre a dormire in camerate con altra gente).
Come procedo? Per avere qualche suggerimento ho stampato liste di altri che hanno fatto il cammino… Iniziamo così.

La lista prende forma...


lunedì 26 maggio 2014

Cammino di Santiago, un duro risveglio.

27/05/2014



Oggi è stato un duro risveglio.
Ieri pomeriggio, ragionando su possibili mete per le vacanze estive, ho improvvisamente realizzato che strane coincidenze fanno del 2014 l'anno giusto per iniziare il mio Cammino.
Un figlio grandicello ed una splendida moglie che me lo permette (grazie Chicca!) sono i punti di partenza fondamentali del mio cammino, che mi permettono di uscire da casa (quasi) tranquillo ed iniziare, finalmente, il mio cammino.
E' un sogno che va avanti da più di dieci anni, il Cammino di Santiago.
Libri letti, guide acquistate, mappe consultate… ed ora mi ritrovo che in meno di due mesi devo preparare il mio Viaggio, uno dei miei sogni.
E' stato un duro risveglio, premettevo, è stata una notte difficile.
Ho dormito male, agitato, nervoso… Ho paura.
Ho paura di iniziare il mio Cammino e, ancora, non è detto che lo inizi per davvero.
Ho paura di iniziare il mio Cammino o ho paura che le fortunate coincidenze non vadano a concretizzarsi in una vera partenza?
Ho paura di non partire o di partire?
Non so ancora come fare con i giorni di cui avrò bisogno, probabilmente chiederò un periodo di aspettativa da attaccare alle ferie estive, ma devo ancora parlare con il capo. C'è possibilità che mi accordi due o tre settimane, ma non è un periodo ottimo per il mondo del lavoro e dovrò sottostare alle volontà dell'azienda.
Questo, al momento, mi sembra lo scoglio più duro da affrontare.
Spero che questo sia lo scoglio più duro, non vorrei essere io, con la paura di partire, a dover distruggere un sogno, non sarebbe stato davvero un sogno.
Può essere un inizio, può essere una fine o, semplicemente, può essere una fase della mia vita.

giovedì 13 febbraio 2014

La cerveza più economica della Spagna!

Tratto da "Finding Neverland Travel Blog" ...

"

Mercado Provenzal Siviglia: la cerveza più economica della Spagna!

MERCADO PROVENZAL SIVIGLIA – TAPAS BAR
Indirizzo 1: Alameda de Hércules 94, Sevilla
Indirizzo 2: Plaza de la Encarnaciòn 36, Sevilla
Giudizio: atmosfera coinvolgente, ottimo posto, ottimi prezzi, ottime tapas. Insomma ottimo.
Il Mercato Provenzal è un tapas bar super economico e che, per il successo ottenuto, ha aperto in varie zone della calda e colorata città di Siviglia. Durante il mio week-end spagnolo ne ho trovati solo due, entrambi casualmente, dato che non è particolarmente citato sulle guide.
Mercado Provenzal Alameda. Passeggiando dal centro storico verso il quartiere Macarena, attraversandoAlameda de Hercules, una grande piazza dove sono situate le ‘colonne d’Ercole’ spicca, tra i numerosi tapas bar, il Mercado Provenzal
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Un edificio giallo, di quel giallo caldo che lascia trasparire la grande commistione di culture tra l’Andalusia e i popoli arabi, una tenda rossa, alcune tinte blu e una decina di tavolini all’aperto, già tutti occupati alle tre di un sabato pomeriggio. Basta avvicinarsi un po’ di più per capirne il motivo. Oltre all’atmosfera rilassata e fuori dagli schemi, una cartello appeso affianco all’ingresso mi informa che qui c’è la birra più economica della Spagna: una caña -ovvero una birra piccola- 40 centesimi. La birra però, non è l’unica cosa conveniente in questo locale, una tapa costa infatti solo 90 centesimi, contro il prezzo medio riscontrato in altri bar che si aggira intorno ad 1,80-2 euro.
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L’interno del bar rispecchia in pieno lo stile piacevolmente ‘trasandato’ spagnolo, quel disordine che sa un po’ di casa: un bancone su cui sono appoggiate pile di bicchieri vuoti, fustoni in acciaio di birra in bella vista, e un angolino con alcune tapas fredde già pronte da scegliere e gustare. 
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Mercado Provenzal Encarnaciòn. Ho incrociato l’altro Mercado Provenzal mentre cercavo, chiaramente perdendomi di continuo, di ritornare verso il centro storico. A Siviglia succede così, imbocchi inevitabilmente tante strette stradine, per poi sbucare su una piccola piazza che nasconde una chiesa, una torre o un edifico dai mille colori, e che chiaramente non era programmato nell’itinerario.
Proprio uscendo da una piccola via, arrivo su Plaza de la Encarnaciòn, che ospita il Metropol Parasol, un’opera architettonica totalmente costruita in legno e completata nel 2011. L’edificio fa da ‘coperchio’ ad alcuni resti archeologici scoperti recentemente e ospita uno dei più grandi mercati della città. 
Proprio davanti a questa imponente costruzione, c’è un altro Mercato Provenzal, nello stesso stile e con gli stessi fantastici prezzi dell’altro. A differenza del primo, qui la sala interna è più grande e ospita quindi più tavoli. All’esterno, di fronte ai tavolini, sono sistemate alcune grandi botti di legno che fanno da appoggio a chi si vuole gustare una cerveza fresca in piedi fuori dal locale, in pieno stile spagnolo. 
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Il Mercado Provenzal è il posto ideale per un pranzo veloce a base di tapas o per passare la serata, ma è anche un buon nascondiglio per una sosta rinfrescante in un caldo pomeriggio passato a girovagare per le stradine di Siviglia, assolutamente consigliato!
Cheers! "

giovedì 6 febbraio 2014

giovedì 30 gennaio 2014

Sierra de Gata


La scoperta dell’Extremadura rurale passa soprattutto per la zona a nord al confine con la Castilla y Leon. Questo margine è contrassegnato da montagne non troppo elevate, ma che rendono lo scenario crespo e costellato da valli spesso impervie.
Non è tanto il dislivello tra le valli e le cime a fare di questa zona una regione fredda, quanto l’innalzarsi dell’altipiano che nella Castillia raggiunge una quota media sopra i mille metri sopra il livello del mare.

Queste comarcas sono punteggiate da numerosi paesi che spesso conservano la struttura medievale e le costruzioni d’epoca. Fanno ancora sfoggio di sé vecchie case con tralicciatura esterna, con travi di legno ed interstizi riempiti da pietrisco, il tutto stuccato e livellato con calce bianca.
Le piccole aperture ed i soffitti bassi manifestano la dura lotta contro il pungente freddo invernale.

Nella parte più occidentale di questa sierra, che prende il nome di Sierra de Gata, vivono silenziosamente alcuni paesetti tipici come San Martìn de Trevejo, Acebo, Eljas e Valverde de Fresno. 


Questa regione è l’unica rimasta dove si parla ancora una specie di dialetto in via di estinzione; più che un dialetto il Chapurriau è una lingua a parte, fatta dall’unione di portoghese, il confine è a pochi chilometri, e lo stentato spagnolo rurale. La guida che ho in mano assicura che tale lingua è del tutto incomprensibile sia per gli spagnoli che per i portoghesi.
Tutti questi paesi crescono intorno ad una piazza principale che è il punto di ritrovo di tutta la comunità, case in pietra e legno si attaccano le une alle altre come a voler conservare il prezioso calore dei focolai domestici.


Tre sono le peculiarità di questa zona che mi sono rimaste impresse: la prima è propria dell’architettura di queste zona, i balconi aperti o spesso murati che dal primo piano delle case si affacciano sulle vie fin quasi a far toccare le case sui due lati della strada. 
Altra particolarità di questi luoghi è l'avvallamento che divide in due corsie precise tutte le strade principali dei paesi, su questo solco scorre un vigoroso ruscello d’acqua montana, fredda e limpida fino ad attraversare tutto il paese.
Ultimo, ma di non minore interesse, lo speciale agnello alla griglia  in un piccolo ristorante di San Martin de Trevejo, la sala da pranzo è stata ricavata in quello che era il fondo di una casa, arredamento semplice con tovaglie a quadri e durissime sedie di legno e l’agnello più buono che ho mai mangiato.
!
La gioiosa atmosfera estiva è dovuta al notevole aumento di popolazione che questi paesi subiscono in estate; località disabitate in inverno, si animano grazie all’afflusso di villeggianti dalle più grandi città limitrofe dove c’è lavoro, ma poca tranquillità.
Risalendo la sierra de Gata verso oriente si arriva alla zona di Las Hurdes; non che differisca molto dalla zona occidentale, ma in queste zone, durante il periodo dell’Inquisizione, vennero bruciate tante donne con l’accusa di stregoneria. Oggi le valli silenziose vegliano su tante vite distrutte, ma le case vecchie dei piccoli borghi appesi sulle coste di valli scoscese conservano ancora qualcosa di sinistro. “Non è delle streghe che temo il giudizio, ma di chi si ostina a guardare con gli occhi degli altri”.



Poco sopra la sierra de Gata si arriva alla Peña de Francia, sarebbe fuori luogo parlarne in questo resoconto sull’Extremadura poiché si trova poco oltre il confine con la Castilla y Leon, ma è talmente simile come caratteri che non stona di sicuro.




La zona della Peña de Francia è arroccata sotto un picco che, questo sì, risalta sul panorama circostante per la quota che raggiunge. In cima, a quasi 2.000 metri c’è un monastero domenicano in stile bizantino immerso nell’area protetta di Las Batuecas e meta di numerosi “centauri” che si dilettano nella guida su per gli infiniti tornanti fino alla cima.


Il panorama spettacolare, che si gode dalla sommità, spazia a nord fino a Salamanca e tutt’intorno per molti chilometri, in un area coperta di boschi e numerosi paesi nascosti tra le infinite valli che la prospettiva rende minuscole.


Nell’intorno de Las Batuecas mi interessa vedere soprattutto le pitture rupestri datate al 6.000 a.C. e un ansa che il fiume Algon compie fin quasi a richiudersi su se stessa. Quello che mi aspetta è una giornata intera immerso nella natura, camminando o semplicemente contemplando quello che sono andato a cercare.

La camminata per raggiungere le pitture rupestri è faticosa dato il sentiero poco battuto; si arriva con la macchina fin fuori ad un convento chiuso al pubblico e che, proprio per questo, sembra molto affascinante. Un monastero in cui la vita pulsa tramite il ragliare di un asinello legato all’ingresso e del rumore di galline dentro il cortile.



Il sentiero che costeggia il ruscello è deserto, silenzioso se non fosse per l’acqua che scorre e il canto degli uccelli; ci sorprendono solo alcuni raccoglitori di sughero che, dopo aver caricato il loro mulo al massimo delle sue capacità, stanno riscendendo a valle.
D’un tratto dei segnali indicano che per le pitture c’è da salire in alto sulla costa e, faticosamente, riusciamo a raggiungerle. Il sito è strepitoso, inferriate arrugginite proteggono i segni antropomorfi dai vandali che hanno già pesantemente contaminato le opere millenarie; la valle, da questo sperone di roccia appare viva solo per la luce che la irradia e per il lontano scrosciare dell’acqua sulle rocce. L’assoluta serenità che investe chi, con fatica, è arrivato fin qui, è la più grande ricompensa. 
Sulla roccia le rudimentali forme di animali e di cacciatori con le loro armi vegliano sulla natura circostante ed il silenzio è il loro grido più assordante. Qui non è passata la storia, qui è passato l’Uomo.

Ridiscendo la valle e dopo il congedo dal monastero vado a cercarmi un'altra opera dove la mano dell’uomo ha potuto poco, ma dove la natura (o Dio, dipende dai punti di vista) ha compiuto un vero e proprio capolavoro. Scendendo velocemente a valle da queste montagne scoscese, il fiume Algon si trova a dover dissipare molta energia cinetica; la tecnica che il fiume utilizza, si costituisce di due fasi: scavando nei fianchi delle colline che ne delimitano il percorso e costruendo un tragitto sinuoso, più strada percorre il fiume e maggiore è lo spazio da utilizzare per dissipare tale energia.
Il teatro naturale scavato in migliaia di anni ha reso questo scenario un vero e proprio monumento della natura, la vista è spettacolare.
I dintorni della Peña de Francia sono costellati di paesi che conservano geometrie e architettura delle origini, tra tutti spicca La Alberca, tipico paesino di montagna con case dai balconi e dai tetti in legno, la piazza principale piena di villeggianti e buoni ristoranti.